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Carri - TanksModellismoW.I.P.

FT-17 & Dougboys

Kit utilizzati:
French FT-17 | Light Tank (Riveted Turret) | Meng Model | N. TS-011 | 1:35
US Infantry in Gas Masks (1918) | ICM | 35704 | 1:35
WWI German Infantry Weapon and Equipment | ICM | 35678 | 1:35
Trench Rats | Jonsmith-modellbau | 1:35
 
L’FT-17
Il Renault FT-17 è il primo carro di concezione moderna prodotto nella storia ed è anche il primo carro leggero.
Il suo design era talmente avanzato che è possibile affermare che ancora oggi le idee alla base della sua concezione si riflettono nel progetto dei moderni carri da battaglia.
Il piccolo Renault fu infatti il primo carro ad avere l’armamento principale in una torretta girevole a 360°, il motore confinato nella parte posteriore del veicolo ed una vera e propria camera di combattimento.
Ovviamente, pure a fronte di un progetto rivoluzionario, vi erano dei limiti che derivavano dalla tecnologia dell’epoca: il comandante doveva assolvere contemporaneamente troppi ruoli, la comunicazione tra vari membri dell’equipaggio era sostanzialmente impossibile, il mezzo aveva un baricentro troppo alto, ecc.
IL KIT
La Meng nel corso degli anni ha sfornato diversi modelli di FT-17, si tratta di bei modelli, dettagliati, in alcuni casi con gli interni completi, che riproducono le diverse versioni dell’FT-17, differenti sia per tipo di torretta che per armamento.
Il modello da me acquistato risale al 2014 e la scatola, oltre al mezzo, presentato nella versione con torretta rivettata e con cannoncino o mitragliatrice, contiene anche un piccolo diorama che riproduce un tratto di terreno martoriato ed uno spaccato di una trincea che il carro si accinge a superare.
La plastica color sabbia ha una buona consistenza, non vetrosa e non troppo morbida, con minimi segni degli estrattori.
I dettagli sono ben stampati e nitidi e, onestamente, montare il modello è un piacere.
Solo un po’ di attenzione va riservata alla zona delle sospensioni che sono semi snodate ed un po’ fragiline.
Ottimi i cingoli a maglia singola che tuttavia richiedono un po’ di attenzione per essere posizionati correttamente.
Avendo deciso di montare questo modello da scatola non mi sono perso in varie operazioni di superdettaglio e mi sono limitato all’essenziale: quello che mi interessava era divertirmi a pitturare ed inzaccherare questo piccolo gioiellino, anche perché la presenza della scenografia mi aveva dato l’ispirazione per riprodurre una scena dinamica.
LA PITTURA
Partendo dal foglio decal presente nella scatola e in considerazione dei figurini che avevo selezionato per la scenetta ho deciso di riprodurre un carro del 2° Plotone, 1^ compagnia del 344th Battaglione Carri USA operativo nella zona di Verdun nell’ottobre 1918.
La mimetica rappresentata nelle istruzioni (a tre colori con bordi netti) era affascinante, anche se la sua riproduzione ha rappresentato una sfida di pianificazione pittorica.
I mezzi americani erano comunque prodotti e dipinti in Francia, quindi i colori utilizzati erano gli stessi dei mezzi dell’Armee. Le istruzioni presentano dei bei disegni a colori e danno quali referenze i colori Vallejo air 71041 (armour brown RAL8017), 71027 (light brown) e 71006 (light green chromate). In ogni caso ho preferito utilizzare i colori della Tamiya usando il programma Imodelkit per ricavarmi le mescole equivalenti.
Queste le mescole che ho utilizzato:
Armour brown RAL8017 Vallejo air 71041: 20 parti di XF84 e 19 parti di XF24;
Light brown Vallejo air 71027: 3 parti di XF78, 2 parti di XF52 e 1 parte di XF75;
Light green chromate Vallejo air 71006: 6 parti di XF81, 5 parti di XF49 e 1 parte di XF77.
Selezionati i colori da utilizzare ho dato una passata di primer nero della Games Workshop a bomboletta per poi mettere mano all’aerografo.
Come usuale sono partito dal ligth brown (che è quasi un sabbia) per poi procedere, mascherando opportunamente con una pasta per mascherature, a spruzzare il marrone ed il verde.
Ho quindi ripreso ogni singola macchia con il tono di base progressivamente schiarito, nel caso del sabbia con il Buff, mentre per il verde ho usato il giallo e per il marrone il color carne.
Le schiariture sono state date ad aerografo utilizzando un calendarietto quale punto di partenza per la spruzzata, in modo da non rischiare di applicare il colore in zone sbagliate.
Questa procedura è stata eseguita più e più volte fino ad ottenere una mimetica mossa e cromaticamente interessante.
È iniziata a questo punto la parte più divertente, quando si tratta di realizzare i carri armati e cioè quella dell’usura del mezzo, che realizzo utilizzando sia tecniche classiche del lavaggio con i colori ad olio (solo ed esclusivamente selettivo) e del drybrush con gli smalti, sia applicando, a modo mio, le tecniche più moderne della scuola spagnola, anche se devo dire che prediligo l’utilizzo del colore ad olio anche per queste tecniche perché mi consente un maggior controllo della pittura.
In particolare ho utilizzato i colori ad olio per esasperare la riproduzione delle forma del mezzo schiarendo i rivetti o la parte più alta delle piastre in modo da ottenere un soddisfacente effetto tridimensionale.
Oltre a questo, per pigrizia, ho utilizzato alcuni lavaggi e filtri della MIG Production e dell’AK
Questa fase è lunga ma anche molto soddisfacente perché man mano il modellino acquista profondità e quindi assomiglia all’oggetto reale.
Una volta finita l’usura del mezzo ho pitturato i cingoli con un tono marrone molto scuro ed ho iniziato tutta la fase di infangatura del veicolo, in quanto la basetta rappresentava un terreno brullo e visto il periodo autunnale verosimilmente fangoso.
Per il fango ho utilizzato, per pigrizia, i vari prodotti pronti della Vallejo che si sono rivelati molto comodi; ovviamente non mi sono accontentato del colore del prodotto ma una volta imbasettato il carro ho ritoccato il tutto.
Alcuni effetti sono stati invece ottenuti con le terre da colorificio.

LA BASETTA
Come dicevo la scatola contiene anche un’ambientazione che è molto carina anche se è un po’ spartana, ho deciso di utilizzarla rendendola un po’ più ricca e cromaticamente interessante.
Sono stati aggiunti una serie di dettagli anche per fare in modo che il carro apparisse maggiormente inserito sia nel fango che più in generale nell’ambientazione.
In particolare ho aggiunto numerosi sacchetti di sabbia (sono stati realizzati con il Milliput), ho aggiunto assi di legno, un pezzo di lamiera ondulata e poi alcuni dettagli come un elmetto abbandonato, una bomba a mano, un topo morto, ecc.
Per quanto concerne la pittura ho dapprima steso il primer nero ed ho poi progressivamente schiarito prima con l’aerografo e poi a pennello.
Le assi sono state trattate con colori grigi e hanno ricevuto dei forti drybrush molto chiari e dei lavaggi altrettanto decisi con colori scuri in modo da far risaltare le venature. Ho utilizzato anche dei toni verdastri, azzurri e gialli sia per variare la cromia sia per riprodurre l’idea di umido e sudicio che era tipica delle trincee della grande guerra molto utili in questo caso i prodotti a smalto dell’AK in particolare il Dark Grime ed il Light Grime, in ogni caso sostituibili da colori a solvente (olii o smalti di tonalità corrispondenti diluiti in white spirit).
Anche sulla basetta sono stati utilizzati i prodotti della Vallejo per ottenere un aspetto maggiormente fangoso soprattutto nella zona in cui il carro si appoggia.
L’ultima operazione è stato il riempimento del cratere con dell’acqua sintetica ottenuta mediante resina monocomponente. E’ stata un’attività veramente tediosa.
I FIGURINI
I figurini sono ottimi soldati americani della ICM, sono montati più o meno da scatola (fa eccezione il soldato che salta che è stato leggermente modificato), sono state aggiunte le cinghie dei fucili e sono stati scavati leggermente gli elmetti “Brodie” in modo da ottenere una migliore calzata.
Infine ho deciso di non rappresentarli a viso scoperto ma di utilizzare la maschera antigas, ciò per aggiungere drammaticità la scena.
Quanto alla pittura stavolta non sono stato io il pittore, ma l’amico Davide Chiarabella che mi ha proposto di fare un lavoro a quattro mani.
Ho accettato con entusiasmo la proposta di Davide ed il risultato è a mio parere assolutamente conforme alle altissime aspettative che avevo, ma, d’altronde, da un maestro come Davide Chiarabella non ci si poteva aspettare di meno…
In ogni modo i figurini sono stati pitturati con le solite tecniche ad acrilico ed è stata curata in particolar modo la profilazione di tutte quante le buffetterie e di ogni stacco tra i colori e i vari capi d’abbigliamento.

Questo ha fatto in modo di dare ai pezzi una profondità molto interessante visivamente e molto realistica.
Una volta inseriti e posizionati sulla basetta si è proceduto a sporcarli in modo da dare un’uniformità visiva all’insieme e riprodurre, senza esagerare per non rendere invisibile il lavoro pittorico, in maniera realistica le condizioni di vita che dovettero affrontare i nostri nonni nel fango delle trincee, per fa questo ho utilizzato i prodotti Vallejo e soprattutto smalti e terre da colorificio (usate con enorme parsimonia e prudenza).

LA SCENETTA
Una volta pronti tutti quanti pezzi è subentrata la fase dell’assemblaggio della scenetta.
Il carro è stato messo in posizione e quindi avvitato alla basetta in modo da non rischiare di perderlo, sono stati fatti i fori per inserire i perni dei figurini e con lo stucco bicomponente ho adattato in maniera il più possibile perfetta sia i piedi dei figurini che i cingoli del carro.

Ho quindi inserito gli accessori della trincea: la coperta, l’elmetto, una bomba a mano tedesca della prima guerra mondiale, la mitragliatrice e quant’altro.

Ho raccordato le zone di terreno usando nuovamente i prodotti della Vallejo, ho infangato dove c’era da infangare e finalmente ho potuto dichiarare finita la mia scenetta.
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