Ho letto: Brigate Russe di Marta Federica Ottaviani
“Le regole della guerra sono cambiate” Gerasimov
(prefazione alla prima parte)
Non so voi ma quando c’è bisogno di informazioni, di approfondimenti e di notizie scarne ed immediatamente percepibili torno a Twitter ed alla sua cruda essenzialità.
Ebbene l’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha generato in me la necessità di ritornarci e ho riscoperto, tra l’altro, il piacere di rileggere i commenti e le analisi di Marta Ottaviani, giornalista che avevo iniziato a seguire all’epoca delle manifestazioni di piazza contro Erdogan.
Ho così scoperto l’esistenza del suo libro Brigate Russe, edito da Ledizioni, e pubblicato a gennaio 2022.
Incuriosito dal sottotitolo “la guerra occulta del Cremlino tra troll e hacker”, spinto dai pareri positivi che andavo leggendo e favorito dal fatto che nel frattempo Omicron ha deciso che dovevo prendermi un periodo di pausa dal lavoro, ho deciso di acquistarlo e leggerlo.
Si tratta di un volume di quasi 200 pagine (oltre alla bibliografia), scritto in un bell’italiano, leggero e fluido.
Il testo però non è solo piacevole da leggere ma anche appassionante e quindi l’ho divorato in poche ore.
“Una goccia di catrame rovina un barile di miele” proverbio russo
(prefazione alla seconda parte)
Questo per quanto riguarda la forma, ma il contenuto?
Beh per me è stato un moto d’ordine: ha dato razionalità ad un percepito indistinto ed epidermico che da tempo sentivo nelle occasioni, invero sempre più rade, in cui mi era capitato di prendermi la briga di discutere di cose serie sui social o in cui, da spettatore analitico ed inorridito, mi era capitato di vedere le dinamiche con cui certi temi (anche a me particolarmente cari come quelli in materia di giustizia, di Costituzione o di storia) erano trattati dalla “gggente”.
Infatti non tutto è caso, non tutto è frutto di grossolanità, di ignoranza o di crassa cattiveria, spesso ci può essere dietro un disegno, che mira a creare caos, a minare il nostro sistema valoriale democratico a destabilizzare le nostre società cercando di sfruttare, nelle menti candide, lo scandalo del paradosso della tolleranza.
Come dicevo il racconto di Marta Ottaviani mi ha dato un senso di ordine, mi ha permesso di capire in maniera razionale che dietro l’apparente caos comunicativo che esce dal mondo dei social, si può celare un modo di manipolare la pancia, le opinioni, le intenzioni di voto e gli indirizzi finalistici delle nostre comunità.
Mi ha permesso di razionalizzare le mille arrabbiature sulla funzione della pena nel nostro sistema, sul diritto di difesa, sui valori resistenziali, sul significato dell’unità d’Italia, sui vaccini, sul diritto e dovere alla salute, facendomi recuperare un po’ di speranza nella mia gente le cui opinioni becere o antiscientifiche non sono frutto di colpevolezza (intesa in senso penalistico) ma di ineducazione, intesa come mancata consegna degli strumenti per distinguere il vero dal falso, la realtà dalla menzogna.
Nel leggere il volume mi sono venuti in mente i discorsi sul diritto/dovere allo studio, sul diritto alla libertà di insegnamento e su quello alla libertà di manifestazione del pensiero fatti con gli studenti delle secondarie durante gli incontri sulla Costituzione, mi è venuto in mente il mio collegare l’esercizio di detti diritti con gli articoli art. 2 e 3 della Carta Costituzionale, perchè ad ogni diritto inviolabile corrisponde un dovere inderogabile e perchè e dovere della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono l’esercizio dei diritti (e l’adempimento dei doveri).
“Un’eccessiva dose di libertà è letale per lo Stato” Surkov
(prefazione alla terza parte)
Ebbene è dovere della Repubblica nata dalla Resistenza garantire ai propri cittadini non solo l’istruzione base ma anche e soprattutto gli strumenti necessari a ragionare con mente critica in modo da consentir loro di fare scelte consapevoli, il tutto sempre all’interno di quell’alveo valoriale che costituisce essenza del nostro sistema costituzionale, le regole del gioco, perchè non tutto è concesso: la sovranità appartiene al popolo che però “la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” e perchè la tolleranza del pensiero altro non può portare a tollerare l’intollerante.
Concludendo credo che “Brigate Russe” possa e debba essere letto da tutti coloro che frequentano i social (in primis noi boomer) e anche dagli studenti delle nostre scuole, perchè la conoscenza e la consapevolezza dei meccanismi che possono sottostare alla viralità di notizie e immagini, la capacità di riconoscere le notizie vere dalle fake news e le fonti attendibili da quelle farlocche, il potere che si collega ad un semplice meme sono elementi essenziali a restituire a tutti noi le chiavi per decidere il nostro futuro ed indirizzare la nostra società democratica.
Buona lettura!
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