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Carri - Tanks

TAKOM M-47 ESERCITO ITALIANO 1965

Cenni storici

L’M47 è stato per lunghi anni la colonna vertebrale della componente corazzata dell’esercito italiano che fu uno dei maggiori operatori di tale mezzo corazzato arrivando ad averne in servizio oltre 2000 esemplari.

Il carro entrò in linea a metà degli anni 50 e vi rimase sino a metà degli anni 80 caratterizzandosi per essere stato il primo carro di concezione post bellica ad equipaggiare la Forza Armata.

Volendo approfondire consiglio di procurarsi la monografia di Storia Militare sull’M47.

La ricerca sull’esemplare da riprodurre

Si tratta di un modello realizzato per un ex carrista partendo, per quanto possibile, da alcune foto d’epoca e rappresenterà un mezzo in dotazione al 7° Battaglione Carri “M.O. Di Dio” nel 1965.

All’inizio del progetto mi fu inviata solo una foto utilizzabile:

La prima foto di ispirazione

L’analisi della foto mi consentì, di individuare le caratteristiche più evidenti dell’M47 che volevo riprodurre:

  • torretta stondata di primo tipo;
  • assenza dei gocciolatoi;
  • assenza della mitragliatrice di scafo;
  • possibile presenza di un freno di bocca diverso da quelli normalmente in uso nel nostro esercito (il più diffuso in assoluto era il tipo circolare seguito da quello a “T”).

In assenza di altra documentazione la questione freno di bocca nonché quella della presenza o meno del ruotino tendi-cingolo furono momentaneamente accantonate, anche se, con riferimento a quest’ultimo elemento ero quasi sicuro che il ruotino fosse stato eliminato.

Mi dedicai quindi all’individuazione del reparto e grazie all’aiuto degli iscritti al gruppo Facebook “STANAG – i codici dei reparti dell’Esercito Italiano” fui in grado di ricollegare il numero 7034 che compariva nello Stanag ad un reparto:

Si trattava di un M47 in carico al 7° Battaglione Carri “M.O. Di Dio” inquadrato nell’VIII Reggimento Bersaglieri, facente parte della Brigata meccanizzata Ariete – Divisione corazzata Ariete.

Successivamente venni in possesso di un altra foto che, con l’aiuto di due amici (Fabio D’inzeo e Fabio Sacchi), mi aiutò a dipanare i dubbi che avevo sulla presenza del rullo tendi-cingolo e sul tipo di freno di bocca impiegato.

La seconda foto, si vede il ruotino

Emergeva infatti la presenza del ruotino, che negli esemplari italiani venne rimosso nel corso della prima grande manutenzione, e di un freno di bocca apparentemente terzo rispetto al tipo a tubo ed a “T” più comuni sugli M47 in servizio nell’E.I., verosimilmente del tipo “a fungo”.

Il kit

Al momento di decidere che kit usare dovetti decidere se usare il “vetusto” ma bellissimo kit Italeri, condito con cingoli di aftermarket e con la torretta della Italiankits o il nuovo Takom che è gia munito di cingoli maglia maglia e di telo del cannone (ovviamente, all’edizione 2020 della Fiera del Giocattolo di Norimberga, Tamiya ha annunciato una joint venture con Italeri tesa ad attualizzare il kit Italeri, oggi sarebbe questa la mia scelta) .

Alla fine, anche se non perfetto in relazione alla forma della piastra frontale ho deciso di usare il Takom.

Devo dire che è un modello ben stampato e con ottimo dettaglio, la vera magagna è la forma della bugna anteriore che non mi convince pienamente, però ho deciso che, per questa volta, lo terrò così. 

Il confronto tra il “vecchio” Italeri ed il Takom rivela la profonda differenza interpretativa.

La bugna dell’M-47 Italeri (a sinistra) e del Takom (a destra)
foto tratta da wikipedia

Non escludo che prima o poi ne faccia un altro… Quanto al montaggio: I pezzi si incastrano quasi alla perfezione senza bisogno di stucco. Unico passaggio complicato quello relativo al mantello del cannone che richiede una certa attenzione ed un po’ di stucco, così come l’eliminazione della linea di giunzione sulla canna del 90mm. 

Momento noioso è quello dei cingoli, però le dime fornite da Takom sono comodissime, attenzione al verso dei cingoli, altrimenti si rischia di montare un cingolo all’incontrario.
Il Kit fornisce anche diversi pezzi in sprue trasparente che si adattano alla perfezione (iposcopi, vetri blindati della cupola del capocarro, fari anteriori) 

Il montaggio è stato relativamente veloce e posso mostrarvi un po’ di foto delle varie fasi.

La colorazione

Finito il montaggio è iniziata la fase di colorazione, sono partito dall’XF62 della Tamiya che ho iniziato a schiarire con l’XF3 (Giallo opaco).

Finita questa prima fase di pittura ho schiarito ulteriormente il verde italiano usando il set del verde oliva della AK.

Ecco il carro dopo i primi passaggi di pittura

Successivamente ho utilizzato olii e lavaggi par variare il colore di base del mezzo. Indi ho applicato le decals acquistate dal sito Ferreamole.it di Pierantonio Farina, di ottima qualità.

I residui di terra sono stati realizzati sia utilizzando i pigmenti che, soprattutto usando a secco, picchiettandoli, dei colori a smalto in particolare il sabbia, il dark earth ed il bianco.

Un capitolo a parte meritano le marmitte che sono state arrugginite e scrostate. Ciò derivava dal fatto che le marmitte scaldavano moltissimo e, durante i rifornimenti, gli equipaggi, per evitare il rischio di incendio, buttavano acqua fredda che, ovviamente, faceva saltare la vernice.

Ecco il modello finito, anche se non è un modello perfetto, mi sono veramente divertito moltissimo a farlo.

Ringrazio per l’aiuto Fabio D’Inzeo, Fabio Sacchi e Tiziano Zani.

Grazie di aver letto!

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