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Artigliere Italiano su moto Indian Powerplus 1917 di Daniele Morando

Daniele Morando mi ha cortesemente autorizzato a postare sia su Vittomodelling che sul sito dell’AMB Brescia le brevi note che ha scritto per illustrare il bellissimo lavoro che ha fatto riproducendo un Artigliere Italiano su moto Indian Powerplus 1917.

Ecco a voi Daniele: “Purtroppo non ho fatto molte foto durante la lavorazione, ma spero che qualche informazione sia di aiuto a chi si voglia cimentare in qualcosa del genere.
Il modello riproduce una Indian Powerplus: dotata di un motore a due cilindri a V di 1000 cc.
Questa moto di fabbricazione Americana fu data in dotazione anche alle nostre truppe durante la Prima Guerra Mondiale.
L’idea di riprodurre un caporale del 24° Rgt. Artiglieria e relativa Moto Indian è stata tratta da uno splendido libro fotografico: “Motociclette in divisa nella Grande Guerra” di CARRER ALDO edito da Zanetti Danilo Edizioni, dal quale è tratta la foto che allego.
Foto libro

Le uniche parti commerciali della moto sono: i copertoni delle ruote, la struttura principale del motore, la sella e il carter, che provengono da un modello die-cast in metallo della New Ray, in scala 1:32. L’avevo acquistata sperando di poterlo usare quasi nella sua totalità semplicemente dettagliandolo, ma (come temevo) si è rivelato alla fine inutilizzabile per grossolani errori dimensionali (oltretutto era la versione civile che aveva un serbatoio completamente diverso).

Motore uno              Motore due

A quel punto non avevo scelta, si trattava di farla praticamente da zero.
Il primo lavoro è consistito nella realizzazione delle ruote. La parte più complicata ha riguardato la riproduzione dei raggi, mi è venuto utilissimo a questo proposito, un articolo pubblicato sul WEB (sotto allego il link) del modellista francese Christophe Marie che spiega in modo estremamente dettagliato una tecnica per la loro realizzazione.
In breve si tratta di realizzare un piccolo telaio basandosi sul disegno dei raggi, ridotto in scala, sul quale viene fatto passare del filo da pesca di diametro opportuno (0,08 mm nel mio caso)

Telaio raggi

il filo viene infine “intrappolato” tra le due metà del cerchione

Ruota su telaio , realizzate in filo di rame, (vi rimando al sito per la spiegazione dettagliata del processo: http://www.model35.fr/t_rayons.html). Una sola raccomandazione, l’uso del filo da pesca non è casuale, è l’unico che garantisca la necessaria resistenza, evitando le rotture durante i ripetuti passaggi tra i pioli del telaio.
Successivamente ho raccordato le due metà del cerchione, con dello stucco per eliminare il solco alla attaccatura dei raggi. Ho infine adattato il copertone e realizzato la valvola di gonfiaggio
Dettaglio ruota
La seconda fase ha riguardato la costruzione del telaio, dopo avere ridotto in scala una fotografia della moto, ed averne controllato le misure, ho utilizzato l’immagine come dima sulla quale ho sagomato del filo di rame riproducendone le forme. Infine ho fissato le varie parti con colla cianoacrilica.
A questo punto ho realizzato il serbatoio, la cassettina porta attrezzi e il serbatoio dell’olio in stucco Magic Sculpt (si riconoscono per l’inconfondibile colore avorio dello stucco).
Contemporaneamente ho realizzato la forcella anteriore completa di manubrio, sempre con filo di rame di diversi diametri. I parafanghi sono realizzati in lamierino metallico opportunamente curvato e bombato con un bulino (quello anteriore è realizzato in tre parti: quella superiore e due parti laterali).
Sono quindi passato al dettaglio del motore, al quale ho aggiunto diversi particolari come: le candele, l’alternatore, il carburatore (realizzati con tondini di rame e stucco Duro della Sylmasta).
Ho realizzato la scatola del cambio (in Magic Sculpt).
Successivamente ho collocato il motore nell’apposita culla del telaio, solo dopo ho realizzato: i cablaggi e l’iniettore sul serbatoio dell’olio (quella specie di siringa realizzata in rame). Infine ho montato e dettagliato il carter completandolo con la leva e l’ingranaggio per l’avviamento (realizzato in plasticard e tondino di rame). Tutti i leveraggi: cambio, back up manuale della frizione e acceleratore, li ho realizzati tagliando delle sottilissime striscioline di lamierino di rame (di adeguato spessore); i pomelli sono palline di stucco Duro.
Infine ho realizzato i comandi a pedale: della frizione (e relativa molla) e quella del freno (sempre in filo di rame sagomato).
Le pedane poggiapiedi sono realizzate in plasticard, le staffe che le reggono in rame.
Il terminale della marmitta è stato realizzato con un tubicino di plastica.
La corona posteriore della catena è realizzata in plasticard, per la catena ho intrecciato due piccolissimi fili di rame.
IL portapacchi è i supporti del parafango posteriore sono in tondino di rame (a parte due che sono sagomati che ho realizzato in stucco Duro per comodità).
Tutti i rivetti, bulloni e piccole parti di dettaglio sono in stucco Duro.
Tutte le parti che vedete in rosso sono pezzi di tubicino di plastica di varia misura.
Il più grosso problema ha riguardato la robustezza del modello. Io purtroppo con il saldatore a stagno sono una frana, ma sarebbe stata la cosa migliore da utilizzare.
Avere fissato le parti del telaio con la colla mi ha creato non pochi problemi di robustezza, con svariate rotture in corso di d’opera.
Progress 03

Progress 02

Alla fine, una volta montato il figurino, il tutto è risultato abbastanza resistente, ma si poteva fare certo di meglio.
Progress 06
Progress 04

Progress 07

Progress 09

Moto scultura 2

Moto scultura 1

Unica nota sul figurino, le mani sono state solo accennate, e poi scolpite alla fine, dopo avere incollato il figurino in sella, in modo da adattarle meglio alla presa sulle manopole.
Ecco le foto del modello finito:

Moto 2

Moto 3

ed ecco un confronto:

Foto libro

Moto 1

Grazie a tutti per l’attenzione.

Daniele.
PS in queste foto si vedono le candele del motore errate nella forma e nella dimensione. Come accennato sul thread dedicato ad APS mi sono accorto dell’errore a pezzo finito. Le ho quindi sostituite alla fine cercando di non distruggere il modello (tra imprecazioni e momenti di panico!!).”

Grazie a te Daniele e complimenti per lo splendido lavoro!

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